Hurrà Grigi

Quindicinale di calcio e non solo

Un Toro di Bronzo nella Città degli Angeli

fish bronzoLa più grande manifestazione sportiva planetaria del 2015. Questo il biglietto da visita degli Special Olympics World Summer Games svoltisi a Los Angeles dal 25 luglio al 2 agosto: 7.000 Atleti provenienti da 170 Paesi, 3.000 Tecnici, 30.000 volontari e più di mezzo milione di spettatori. Numeri sensazionali ai quali ha contribuito la delegazione italiana che ha portato in California 101 sportivi che hanno gareggiato in 13 differenti discipline costruendo, passo dopo passo, un medagliere che ha dell’incredibile: 85 medaglie in totale, di cui 25 Ori, 29 Argenti e 31 Bronzi. Il giorno dopo la Cerimonia di Apertura nello storico Los Angeles Memorial Coliseum, sede dei Giochi Olimpici del 1932 e del 1984, i portacolori azzurri erano già all’opera nei rispettivi campi di gara: impianti di livello assoluto dove gareggiano i campioni universitari di UCLA e USC.
Ed è proprio al Galen Center, palazzo da 10.000 posti teatro delle imprese dei Trojans (gli alfieri della University of Southern California dove militò ai tempi del college Daniel Hackett), che sono scese in campo le due formazioni italiane di basket. Il Team di pallacanestro tradizionale vanta nel roster anche Emilian Fishta, la guardia dei Cissaca Bulls, mentre sulla panchina della squadra unificata siede coach Petrozzi giunto al suo terzo Mondiale dopo Shanghai ed Atene. Inutile nascondersi dietro ad un dito: sussistono legittime aspirazioni di salire sul podio per entrambe le formazioni azzurre che mirano a ben figurare in un ranking composto da 24 squadre tradizionali e ben 26 unificate.
Il percorso del team composto da Atleti con e senza disabilità parte in salita con ovvie difficoltà nell’organizzazione del gioco dovute principalmente al limitato numero di raduni pre-mondiali. Ad un assetto molto soddisfacente in fase difensiva non corrisponde altrettanta fluidità in attacco. Ciò nonostante, dopo il divisioning, i primi due match contro Lussemburgo e Pakistan vengono vinti agevolmente con scarti importanti vicini ai 30 punti. Infortuni a raffica e interpretazioni opinabili del ruolo dei partner avversari compromettono il cammino degli azzurri che subiscono 3 sconfitte di misura contro Macedonia, Costa d’Avorio ed Isole Cayman. Sfumata la possibilità di andare a medaglia gli uomini di Petrozzi e Erica Violante cercano un ultimo successo contro l’Uruguay, squadra molto dotata fisicamente, micidiale dall’arco dei 6,75. Una prestazione da incorniciare di capitan Fustinoni e compagni, contraddistinta da ottime collaborazioni offensive, porta ad un’ulteriore vittoria con un +6 che significa medaglia di legno. Un quarto posto mondiale che lascia un po’ l’amaro in bocca, ma anche la consapevolezza dell’effettivo valore della squadra molto cresciuta durante la rassegna iridata.
Cammino analogo, ma con ben altri risultati, quello della squadra di pallacanestro tradizionale che vede nello starting five il Toro Emilian “Fish” Fishta. Inseriti, dopo gli incontri preliminari, nel girone per le medaglie con il colosso Cina e le attrezzate Gran Bretagna e Lettonia, gli azzurri perdono di misura contro cinesi e inglesi. Sfumata la finale per l’oro resta un’ultima opportunità da cogliere nella finalina contro i lettoni che risultano assolutamente dominanti sotto canestro per le loro caratteristiche fisiche, ma abbastanza deficitari nel tiro da fuori. La scelta tattica del triumvirato Violante, Schieppati e Tiboldo è quella di congestionare l’area con una zona 2-3 molto presente a rimbalzo concedendo le conclusioni da fuori degli avversari. Soluzione che si dimostra vincente anche grazie a una prestazione superlativa del capitano Salvati autore di 24 punti. Un terzo gradino del podio che permette al Team Italia di non interrompere la tradizione che vuole il basket sempre medagliato negli appuntamenti internazionali Special Olympics.
Un’esperienza indimenticabile che rimarrà impressa negli occhi e nei cuori dei partecipanti per gli anni a venire e che darà ai protagonisti lo stimolo per continuare ad ispirarsi, in palestra come nella vita, al motto Special Olympics che recita: “che io possa vincere, ma se non riuscissi, che io possa tentare con tutte le mie forze”.

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