Hurrà Grigi

Quindicinale di calcio e non solo

Bui: “Ballacci era eccezionale, molto bravo e professionale”

Questa settimana la redazione di Hurrà Grigi ha incontrato Gianni Bui, attaccante, tra le altre, di Pisa, Spal, Bologna ,Catanzaro, Verona, Torino e Milan.

Bui ha avuto una carriera in squadre importanti: quale è stata la compagine ha cui si è maggiormente legato?
Ho fatto parte del Bologna allenato da Fulvio Bernardini, nella stagione 1964/1965, la squadra emiliana era reduce dalla vittoria del campionato nella stagione precedente con l’attacco composto da Nielsen e Pascutti: il primo era molto bravo e quindi praticamente non ho mai giocato. Successivamente andai a Catanzaro dove vinsi la classifica cannonieri con 18 reti realizzate: sono stato per tre stagioni in Calabria: nella prima stagione in cui ero a Catanzaro raggiungemmo la finale di Coppa Italia, persa contro la Fiorentina per 2-1 ai tempi supplementari con il gol realizzato, per la nostra formazione, da Marchioro.
Ho nel cuore Verona dove sono stato dal 1967 al 1970: nella prima stagione, Serie B, chiudemmo la stagione al secondo posto e fummo promossi in Serie A, l’allenatore di quell’annata era Liedholm. Ho vestito per quattro annate la maglia del Torino. Nel 1974 sono andato a giocare al Milan e quando Rivera mi vide arrivare mi disse: “Troppo tempo siamo stati distanti io e te”. Ricordo al primo minuto di gioco a La Spezia, feci gol di testa su cross di Rivera.
Da parecchi anni vivo a Valenza e cerco sempre di tenermi informato sull’andamento dell’Alessandria.
Il mio esordio in Serie A è stato nella gara Napoli-Lazio nel febbraio del 1961.
Nel suo palmares ha vinto la Coppa Italia con il Torino nella stagione 1970-1971
Arrivammo a giocarci la finale, a Genova, contro il Milan. La partita fu molto tirata e si concluse ai calci di rigore dopo che terminò 0-0 ai tempi supplementari. Il primo rigore lo sbagliammo, l’errore lo commise Cereser e fu l’unico di quella sequenza mentre per il Milan l’errore decisivo fu commesso da Gianni Rivera.
Quale è stato il gol realizzato che ricorda con maggiore affetto?
Il gol più bello l’ho realizzato quando ero nel Verona contro la Roma. Era stata una rovesciata dall’angolo dell’area di rigore con la palla che era andata ad infilarsi sul palo opposto.
Il 20 febbraio 1966 al Comunale si disputò Catanzaro-Alessandria. L’allenatore dei padroni di casa, in cui giocava Bui, era Dino Ballacci: quali sono i suoi ricordi del mister?
Ballacci era eccezionale, un ex calciatore molto bravo e professionale.
Come giudica il livello del calcio italiano?
Il calcio è cambiato moltissimo nel corso degli anni. Non saprei dire se è dipeso soltanto dal fattore economico. In Italia ci sono tanti bravi giocatori ma non sappiamo insegnarli i fondamentali del calcio. Ritengo che la percentuale degli stranieri presenti nel panorama calcistico sia eccessiva. Abbiamo degli ottimi settori giovanili con giocatori importanti ma questi vanno curati, accompagnati e seguiti.
Nel campionato di Serie B 1966/1967 Bui segnò una rete ad Alessandria con la maglia del Catanzaro.
Io realizzai la rete dello 0-2 nel secondo tempo mentre la marcatura che sbloccò il match fu siglata da Vitali, prematuramente scomparso. Nell’Alessandria giocava un ragazzo eccezionale che era Lojacono, mi colpi particolarmente la sua prestazione da giocatore di categoria superiore. Mi impressionarono le finestre dei palazzi intorno allo stadio: tantissime persone ero accorse a vedere la partita.
Nel 1976 iniziò la sua carriera da allenatore.
Mi sono tolto delle belle soddisfazioni nell’intraprendere la carriera da mister. Nell’annata 1986/1987 ottenemmo la promozione con il Pavia in Serie C1: chiudemmo la stagione al secondo posto a due punti dall’Ospitaletto: il centravanti del Pavia era Roberto Rambaudi.
Nella stagione 1988/1989 allenavo il Chievo Verona ed ottenemmo la vittoria del campionato di Serie C2 nel girone B: il difensore di quel Chievo era l’ex tecnico dell’Alessandria Luca D’Angelo.
Quale è stato il compagno di squadra a cui è stato maggiormente legato?
Giorgio Ferrini. Condividevo con lui la camera quando si andava in ritiro. Da lui ho appreso molto a livello umano ma anche tattico. Era una persona capace di farsi volere bene da tutti.

Continua a leggere l'articolo dopo il banner