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EINAUDI VERSUS KEYNES, incontro col professor Francesco Forte organizzato dall’associazione Argonauti

ALESSANDRIA – In tema di crisi sembrano essere più che mai attuali le linee di pensiero di grandi economisti come Luigi Einaudi e John Maynard Keynes, che il professor Francesco Forte, professore emerito dell’università la Sapienza di Roma, ha messo a confronto nel saggio “Einaudi versus Keynes: Due grandi del Novecento e la crisi dei nostri giorni (Mercato, Diritto e Libertà)” che sarà oggetto di presentazione e dibattito in Alessandria il prossimo martedì 12 aprile 2016 presso l’Hotel Alli Due Buoi Rossi di Alessandria in via Cavour per opera dell’associazione culturale Argonauti, che attenderà quanti vorranno unirsi nella serata offrendo dalle ore 20,00 un consistente aperitivo che anticiperà l’evento.
Organizzato in collaborazione con l’Istituto Bruno Leoni che edita il libro, l’incontro, avrà inizio alle ore 21,oo e si preannuncia particolarmente interessante, non foss’altro perché l’autore, che fra l’altro fu anche più volte Ministro, vi ha dedicato attenzione e studio per una quindici d’anni.
In buona sostanza, si domanda l’autore, che cos’hanno da dirci, oggi, Luigi Einaudi e John Maynard Keynes?
Come spiegherebbero la crisi del debitc pubblico?
In quale maniera immaginerebbero il futuro del nostro Paese?
Economista, opinionista e uomo politico, Einaudi aveva ben chiaro che quella fra crescita e rigore è una falsa dicotomia.
Contro l’inflazione keynesiana egli proponeva una politica di stabilità monetaria.
Desiderava un pareggio di bilancio attuato attraverso il taglio delle spese improduttive, l’eliminazione delle bardature all’economia e il freno all’aumento di imposte, di ostacolo a risparmio e produttività.
Per la capacità produttiva inutilizzata Einaudi proponeva investimenti, non una generica espansione dei consumi.
Al contrario, l’idea di raggiungere il bilancio in pareggio con elevati aumenti fiscali, come accaduto in Grecia, è essa stessa un tributo al pensiero di Keynes: lo Stato ha sempre la priorità sui singoli.
Il volume non si limita a confrontare le tesi economiche di Einaudi e di Keynes, ma esplora le loro diverse concezioni del mondo.
Da una parte, infatti, vi è l’uomo intero di Einaudi, il suo liberalismo delle regole, quel buon senso per cui, come diceva Adam Smith, “ciò che è saggezza nella gestione di ogni famiglia, difficilmente può risultare follia nel governo di un grande regno”.
Dall’altra parte l’umanità idealizzata e astratta di Keynes, il primato della macro sulla microeconomia, il suo neomercantilismo.
Dal confronto emerge come sia più attuale la visione complessiva di Luigi Einaudi.
Il suo pensiero ha ancora molto da insegnarci.

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