Un non irresistibile Pontedera vince al Moccagatta mettendo in luce tutti i limiti dei “Grigi”
Ancora una sconfitta per i Grigi. In un “Moccagatta” spettrale che – al di fuori di qualche centinaio di “irriducibili” (a cui va, comunque, il massimo plauso) – ha fatto sentire tutto il suo distacco. Un disappunto palpabile che si mescola con le ferite non ancora rimarginate del finale di Serie B e con l’imbarazzante telenovela della vendita della squadra. Ai giocatori, al mister, non si può rimproverare nulla se non che, come già successo altre volte, per esempio a Rimini, non si lasciano autostrade libere in difesa agli avversari, senza un minimo tentativo di contrasto. A volte si ha l’impressione che l’Alessandria non abbia ancora cominciato il “Campionato di Terza Serie” ma che sia ancora in un mieloso precampionato con amichevoli più o meno importanti. Non è così ….e “qualcuno” dovrebbe farglielo capire. Particolarmente ricco il tabellino con cinque gol complessivi di cui tre in soli 25 minuti o poco più.
Al fischio d’inizio l’Alessandria si presenta con un attacco a tre con Pagani, Ghiozzi e Galeandro, lasciando Nepi in panca per la seconda frazione cercando subito di mettersi in luce. Al terzo minuto un impreciso arbitro Baratta ferma Galeandro – lanciato a rete – che si era liberato senza alcuna scorrettezza. Un segnale negativo che non faceva intravvedere nulla di buono. I Grigi pressano ma, alla prima ripartenza degli amaranto toscani pagano duramente una disattenzione grave: infatti Aurelio, imbeccato dalla sua sinistra, infila al volo l’incolpevole Marietta. La squadra di casa accusa il colpo e già due minuti dopo rischia il secondo gol. Buon per i Grigi che il tiro a spiovere di Catanese si ferma sulla traversa. Sul rovesciamento di fronte il gol del pareggio dell’Alessandria, scaturito da una mischia propiziata da un cross dello specialista Nunzella. Speranza ci arriva abbastanza libero e segna. Giusto qualche minuto per riprendere le misure a centrocampo e, di nuovo, al primo serio affondo del Pontedera, è Cioffi a riportare in vantaggio i “granata” con un preciso colpo di testa. Tutto da rifare per l’Alessandria. Questa volta, però, la reazione è meno veemente, complice anche l’atteggiamento più difensivo dei toscani. Il pressing alto e l’imprecisione dei Grigi fanno il resto, non riuscendo ad ottenere praticamente nulla, se non uno stucchevole “giro palla”. A peggiorare la situazione ci si mette un contrasto fortuito fra Aurelio e Rota con l’attaccante toscano svelto ad involarsi sulla sinistra e a trovare pronto Catanese, praticamente solo, a deviare di testa. Tre a uno e un tremendo gelo sul “Moccagatta”, segnato da una pioggerella fastidiosa e dalla consapevolezza di avere limiti enormi. Si arriva al riposo e, immediatamente dopo, una fiammata “grigia” illude il non numeroso pubblico. Di nuovo mischia e batti-e-ribatti continuo. Alla fine Pagani si fa trovare al posto giusto nel momento giusto e fulmina Siani. Si accorciano le distanze e si prova ad immaginare (…immaginare non costa nulla) un improbabile rimonta. Baldi e Rota tamponano in più occasioni le sfuriate in contropiede di Petrovic, Aurelio e company e anche Marietta ci mette del suo con almeno due interventi fondamentali, uno di piede in uscita e un altro per ribattere un tiro ravvicinato di Catanese. E’ comunque l’Alessandria ad avere la palla del possibile pareggio a dieci minuti dalla fine. Mionic, Nunzella e Ghiozzi confezionano una azione da manuale alla destra di Siani, con il giovane Ghiozzi che irrompe in area toscana e fa partire un bolide a mezz’altezza. Purtroppo Siani “copre” bene e, così, l’azione sfuma. Qui da notare un errore dello stesso Ghiozzi che, invece di tirare alla cieca, avrebbe dovuto servire Nepi, a due metri dalla linea di porta. La sfuriata dell’attaccante n.99, giustamente critico nei confronti di Ghiozzi, ne è una conferma. Ma il muro del Pontedera non crolla e si mantiene intatto fino alla fine, permettendo ad una squadra assolutamente battibile di passeggiare senza difficoltà in una triste sera ottobrina. I pochi appassionati sugli spalti avevano una sola frase dipinta sulle loro facce: “Fate qualcosa prima che sia troppo tardi”.
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Pier Luigi Cavalchini