Hurrà Grigi

Quindicinale di calcio e non solo

Una Reggina coriacea ferma i Grigi sullo “0 a 0”

Una decina di punti e non sentirli. Tanta è la differenza in classifica tra la Reggina, già salva, dopo un campionato altalenante e l’Alessandria, perennemente in apnea. Era una partita da vincere per i “Grigi” che, sospinti da un Moccagatta  pieno quasi al massimo dei posti, ha sfiorato l’impresa e può prendersela sicuramente con la “Dea bendata”. Una traversa e un palo nel primo tempo, un secondo palo pieno nel secondo, con una prevalenza nei tiri in porta di 10 a 5 che avrebbe permesso all’Alessandria la più classica delle vittorie ai punti…Ma questo non succede nel calcio e, con i risultati di Crotone e Cosenza, “siamo di nuovo  tornati sott’acqua”, parole di mister Longo. Quella di oggi poteva essere l’occasione della stagione … ma è stata sprecata. Sul perché dell’utilizzo del termine “sprecata” e non dell’apparentemente più semplice “beffata dalla Fortuna”, ritorneremo dopo l’analisi di rito.

Iniziano bene entrambe le squadre con una disposizione in campo praticamente a specchio con un 3-5-2 adattabile alle circostanze. La giornata è calda e, nonostante ciò, il ritmo per tutto il primo tempo è stato elevatissimo, calando poi nella ripresa. Subito nei primi minuti si fanno sentire Ejjaki e Cionek, tutt’altro che leggeri con Ba, Marconi e Corazza. Una squadra, la Reggina, comunque corretta e ben “dentro” alla particolare psicologia della Serie B: prima di tutto fermare le fonti di gioco, poi creare superiorità e non sprecare occasioni.
Dall’altra parte, a far intendere le intenzioni di Longo, è  la presenza fin dal primo minuto di Palombi, con un superattacco che, almeno sulla carta, promette scintille. Giraudo, Menez e Forolusho, per parte calabrese, si fanno vedere in avanti e mostrano una abilità tecnica non comune, oltre che una buona visione di gioco. Pulizia nei passaggi, velocità di esecuzione e “aperture improvvise” i colpi vincenti dei calabresi. Si continua, così,  con rapidi cambiamenti di fronte e con  folate offensive sulle fasce, propiziate da aperture provenienti dal centrocampo, sempre molto affollato e con scontri decisi su ogni pallone. Bisognerà attendere il minuto 15 per avere il primo tiro importante. Lo scocca Corazza dalla distanza… ma il pallone si perde sopra la traversa. Parodi, in difesa si dimostra all’altezza di un fuoriclasse come Forolusho e, praticamente non gli concede spazio per tutta la partita.
Buone anche le prove di Prestia e DiGennaro, sempre sicuri su ogni pallone. Il primo tentativo, dalla distanza, dei reggini è di Rigoberto Rivas, alto sulla traversa, al termine di un dialogo semplice ma efficace fra Cionek e Giraudo, tutto sulla sinistra di Pisseri. D’altra parte che la Reggina fosse una squadra di levatura, si sapeva e, comunque, si è fatto di tutto per ottenere la vittoria… ma, evidentemente, qualcosa non ha girato per il verso giusto. Comunque, al ventesimo è proprio Michele Marconi, su cross di Pierozzi, a girare a rete…ma il suo spiovente di testa viene respinto dalla traversa.
Stessa situazione al minuto 27 con Milanese che si vede respingere dal palo una conclusione ben indirizzata alla sinistra di Micai che, in questo caso, come nelle occasioni degli altri due legni, deve ringraziare tutti i Santi di Calabria. Fino al trentesimo ben poco da segnalare per quanto riguarda gli “amaranto”. Solo qualche tiro, parato con facilità, dei positivi Giraudo e di Crisetig. Diversa la situazione negli ultimi minuti del primo tempo con la Reggina che prova a saggiare la resistenza dei Grigi, ottiene diversi calci di punizione in zona avanzata e tre corner, anche se non va oltre qualche tiro telefonato. Si torna in campo con le stesse formazioni e con un ritmo leggermente meno infuocato. Al quarto minuto è Prestia a tirare bene dal limite dell’area, di poco fuori. Mentre Forolusho, in una delle poche occasioni che è riuscito a creare, tira ma con mira sbagliata. L’appoggio era stato di Tomas Kupisz, sempre molto attento e propositivo nelle azioni degli ospiti. Poco dopo escono Ba e Palombi a favore di Fabbrini e Casarini.
Evidente l’intenzione di Moreno Longo di dare forza e originalità alla tre-quarti alessandrina creando le premesse per azioni pericolose. Obiettivo parzialmente riuscito, perché si continua con una sterile superiorità a centrocampo dell’Alessandria, onestamente mno lucida che nel primo tempo. Di questo si accorge l’allenatore della Reggina e prova, con Cortinovis , a dare un nuovo assetto offensivo alla sua squadra.
E’ però l’Alessandria ad avere due occasioni d’oro per andare in vantaggio. La prima al 26esimo su calcio di punizione dosato da Casarini per la testa di DeGennaro che, però, mette poca forza nella girata a rete. Il pallone esce di un centimetro dal palo difeso da Micai…ma esce. Stessa situazione al trentesimo del secondo tempo con Gabriel Lunetta che, al termine di una triangolazione di classe con Fabbrini, centra in pieno il palo alla sinistra del portiere calabrese, portando così a tre il numero di “legni” colpiti dai Grigi. Ma si tratta di azioni sporadiche di una squadra che, man mano che il tempo passa, si dimostra sempre più stanca e con poche idee, tanto da beccarsi rischi non da poco. Il nuovo entrato Tumminello, infatti, a tre minuti dal fischio finale, ha la palla buona della “beffa” a vantaggio degli ospiti. Riesce ad arrivare su una palla non facile, servita dal solito Ejjaki, è praticamente solo davanti a Pisseri ma…indugia. Miracoloso DiGennaro sull’attaccante ex Spal e Atalanta con un salvataggio che vale tutto intero il punto conquistato a fine partita dall’Alessandria.
Se non ci fosse stato questo calo finale, sicuramente i Grigi avrebbero potuto recriminare sulle situazioni sfortunate della partita, ma il rischio corso alla fine giustifica il “mes pari” di chiusura. Problema…Siccome non si riesce ad ottenere una vittoria, nonostante due pali e una traversa, nonostante tre o quattro attaccanti schierati in posizione d’attacco, quali ne possono essere le motivazioni? La risposta sta nella massima di gioco ispiratrice della maggior parte della “B”: “prima di tutto fermare le fonti di gioco, poi creare superiorità e non sprecare occasioni”  . Fonti di gioco reggine poco pressate e, soprattutto, occasioni sbagliate, anche si di poco, perché…come scritto sopra…”al calcio non si vince ai punti”. Torneremo a galla? Parma e Vicenza ce lo diranno a breve.

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