Hurrà Grigi

Quindicinale di calcio e non solo

Un Monza coriaceo vince uno a zero: Alessandria ferma a otto punti

Nella trasferta di Monza Moreno Longo prova a mescolare le carte, tenendo Arrighini e Corazza per il secondo tempo ma l’idea, interessante, non ha effetti concreti. Troppo attrezzata e bene impostata la retroguardia monzese per farsi superare dagli avanti alessandrini. Una squadra, quella dell’Alessandria, in difficoltà nelle finalizzazioni, pur giocando un buon calcio a centrocampo e, parzialmente, in difesa. Il “parzialmente” è riferito allo svarione difensivo che ha permesso, praticamente in apertura di match, a Colpani di girare a rete un passaggio smarcante da destra. Deviazione precisa e nulla da fare per Pisseri. Poi tanta Alessandria ma mai con occasioni veramente limpide e favorevoli. Ci sarebbe voluto il classico “jolly” per rimettere in sesto la partita ma, purtroppo, non si è riusciti ad andare oltre una prestazione accettabile ma deficitaria per quanto riguarda il risultato. E sugli otto punti attuali ritorneremo a fine  commento.

Comincia bene l’Alessandria e si procura nei primi cinque minuti qualche calcio piazzato e un angolo ma è il Monza, su un cambiamento di fronte repentino, a passare in vantaggio. Colpani, incredibilmente solo, gira con disinvoltura un cross basso non lasciando scampo all’incolpevole Pisseri. La pioggia, caduta per tutta la partita, complica non poco meccanismi di attacco e difesa, rendendo il pallone difficile da controllare. Una rete all’inizio, in queste condizioni meteo, va a facilitare le azioni di rimessa e di difesa, andando così a semplificare la vita ai rossi di Brianza.
I 400 e più sostenitori dell’ “orso grigio” cercano di scuotere come possono la squadra di Longo ma, da subito, ci si rende conto che sarà dura, molto dura. Alcuni minuti dopo il gol monzese Kolaj ci prova da lontano ma senza fortuna, Palombi si muove meglio di altre occasioni ma viene sistematicamente fermato con le buone o con le cattive, Mustacchio e Mantovani si impegnano lottano e cercano spazi utili…ma, come segnalato, è molto dura. Discreta la prima frazione di Lunetta che, sulla fascia di sinistra porta un po’ di scompiglio, anche se poi la linea di difesa del Monza raddoppia o triplica a dovere, rintuzzando i tentativi dell’Alessandria. Buono il centrocampo grigio con Milanese, Mantovani, Casarini e Mustacchio ma si ha l’impressione di vedere un film già visto. “Che bravi questi in maglia grigia…ma intanto vinciamo noi…”.
Dall’altra parte da segnalare le prove di Carlos Augusto e Pereira, sempre presenti in fase di impostazione e, quando serve di blocco delle azioni avversarie. Palombi al 17esimo minuto avrebbe a disposizione la palla del pareggio ma si intestardisce in un inconcludente colpo di tacco. Rivedendo posizione e azione nel suo insieme, il rammarico è ancora più grande.
L’unica vera occasione di tutta la partita lasciata marcire nelle pozzanghere del “Brianteo”. Anche Kolaj prova qualche giocata ma è sistematicamente braccato da mastini come Pirola, Valoti e Donati. Si va avanti così fino all’intervallo e anche l’inizio “ripresa”  vede l’Alessandria proiettata in avanti e il Monza a difendersi ordinatamente. Al quinto minuto  Orlando potrebbe avere una buona occasione per pareggiare ma il suo  tiro, da posizione non facile, è preda dell’attento Di Gregorio. Sempre Orlando ci prova al nono minuto ma il suo rasoterra a incrociare fa la barba al palo ed esce sul fondo.
Il Monza fa il minimo indispensabile e solo a tratti prova a reagire alla pressione grigia.
Prima Colpani da lontano al ventesimo tenta di sorprendere Pisseri, poi dieci minuti dopo,  Machin su una palla rimpallata mette in difficoltà la retroguardia grigia, ma la partita è altrove. Arrighini, Chiarello, Prestia e Beghetto provano a scombinare la tattica difensiva brianzola ma senza risultati apprezzabili. Prova di buona volontà, quella dei “Grigi” ma non basta.
La classifica è preoccupante e, soprattutto non tranquillizza l’inconsistenza, quasi la “leggerezza” degli avanti alessandrini. Solitamente di qualche centimetro più bassi dei difensori avversari e meno prestanti fisicamente.
Kolaj ha idee, buona visione di gioco e buoni piedi ma, se pressato, si eclissa. Mustacchio e Parodi lottano come due moschettieri di Alexandre Dumas ma non possono fare tutto. Arrighini e Corazza, se controllati (e pestati) in continuazione, non possono fare molto…Il risultato è conseguente. Specie se l’arbitro, come ha cercato di far capire in più occasioni capitan Casarini, è marcatamente casalingo. Amen.

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Pier Luigi Cavalchini