Hurrà Grigi

Quindicinale di calcio e non solo

Sabadini: “Ad Alessandria ho lasciato il cuore. Ricordo un pubblico caldo con lo stadio sempre pieno.”

Questa settimana la redazione di Hurrà Grigi ha incontrato Giuseppe Sabadini, ex allenatore dell’Alessandria con cui vinse il campionato di Serie C2 nella stagione 1990/1991.

Sabadini nell’estate del 1990, dopo l’esperienza da allenatore a Venezia, come è maturata la scelta di approdare ad Alessandria.

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Ho avuto un colloquio con Vittorio Fioretti, persona che divenne proprietaria dell’Alessandria. A Venezia ero reduce da un buon campionato. Fioretti aveva deciso di staccarsi da Maurizio Zamparini e mi convinse a seguirlo ad Alessandria e cosi cominciò il mio percorso in riva al Tanaro.

La stagione 1991/1991 fu una grandissima stagione culminata con la vittoria finale del campionato di Serie C2.

E’ stata una grande annata. L’età media della rosa della squadra non era tra le più giovani: avevamo  una squadra di “vecchietti” contornata da qualche elemento giovane ma, questi “vecchietti”, erano degli allenatori, molto uniti e mi hanno dato una grossa mano. Ogni giocatore sapeva come intervenire, durante la partita, nei momenti di difficoltà. Gente importante e professionisti seri.

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Nella stagione 1991/1992 dopo la terminata 0-0 contro lo Spezia Sabadini venne esonerato.

Era un periodo in cui, con Vittorio Fioretti, vi erano degli attriti in quanto si intrufolava nelle questioni tecniche. Si era rotto l’ingranaggio e poi Fioretti aveva intenzione di cedere le quote della società. Io avevo chiesto alla proprietà altri giocatori rispetto a quelli che mi erano stati acquistati. Nonostante ciò ero tranquillo in quanto ritenevo la rosa a disposizione adeguata al raggiungimento della salvezza. Dopo la gara con lo Spezia arrivò l’esonero, al mio posto giunse Riccomini. Rimasi ad Alessandria in quanto, in cuor mio, ero convinto di tornare a sedermi sulla panchina grigia ed avevo la famiglia che era rimasta a vivere ad Alessandria. La società passò nelle mani di Edoardo Vitale. Alla fine del girone di andata i grigi non stavano andando bene, erano ultimi in classifica. Vitale mi chiamò chiedendomi un opinione sulla squadra e io gli dissi, schiettamente, : “Con questa squadra, di adesso, con i giocatori che avete preso, io lotto per vincere il campionato”. E fu cosi che mi richiamò alla guida della squadra. Inanellammo una serie di risultati che ci permise di classificarci all’undicesimo posto in classifica e di salvarci.

Nell’annata 1992/1993 Sabadini nuovamente venne esoneratoquesta volta definitivamente.

Ci tengo a spiegare la mia versione dei fatti, in quanto la gente non sa cosa è realmente successo. Ho iniziato la stagione sapendo di avere dei traditori all’interno della nuova società. A prescindere dal fatto che non  riconfermato alcuni giocatori, qualche elemento della rosa si era proposto per diventare allenatore. Un dirigente dell’Alessandria, prima dell’inizio del campionato, mi disse testuali parole: “Stai attento che ti faranno fuori”. Ho avuto un colloquio con Renato Zaccarelli cercando di fare in modo che si potesse lavorare in armonia. La sera stessa ricevetti una telefonata, da parte di una persona che aveva partecipato a una riunione e mi disse che era stato fatto il nome di Giuliano Sonzogni come allenatore dell’Alessandria al mio posto.

Vi era anche qualche opinionista che andava in televisione e straparlava contro di me.

Iniziò il campionato e non partimmo molto bene ma non eravamo in zona retrocessione. I giovani che erano giunti in prestito, da altre squadre, non erano di categoria. Ebbi un colloquio con Gigi Manueli, allenatore della Beretti dell’Alessandria e chiesi di poter aggregare qualche ragazzo della Beretti in prima squadra. Fu cosi che approdarono Bertotto, Maddè e Isoldi.: tutti e tre mi piacevano. Li feci debuttare in prima squadra in quanto ritenevo, tutti e tre, più preparati dei giocatori che mi erano arrivati in prestito. Durante un allenamento venne al campo un Onorevole, dirigente dell’Alessandria, imponendo di far giocare chi era gradito alla società. Io, ovviamente, rifiutai e dopo la sconfitta, nella gara con il Chievo, per 2-1, venni esonerato.

A fine stagione l’Alessandria aveva venduto Bertotto all’Udinese e Maddè al Palermo. Sabadini venne esonerato senza che nessuno sapesse la verità. Quello che era successo mi fece un male incredibile in quanto ero convinto che, nella stagione 1992/1993, avrei fatto bene però, purtroppo, il calcio è anche questo.

E’ meglio fare il calciatore o fare l’allenatore?

Meglio fare il calciatore. L’allenatore ha un sacco di responsabilità e, molte volte, non è facile amministrare una rosa di calciatori ampia. Se nella rosa vi è uno o più leader positivi che sanno tenere lo spogliatoio è un vantaggio.

Ha seguito l’Alessandria negli ultimi anni? Che impressione ha avuto?

Ad Alessandria ho lasciato il cuore. Ricordo un pubblico caldo con lo stadio sempre pieno. Sono stato benissimo. E’ una città che merita quel qualcosa in più.

Quali sono la o le caratteristiche che deve avere una squadra per vincere un campionato in Serie C?

Sicuramente una squadra deve saper tenere una certa media punti, la più giusta è vincere in casa e pareggiare in trasferta. Conta molto l’equilibrio di una squadra. L’importante è la spina dorsale: il difensore centrale, un centrocampista che sappia fare girare la squadra e un centravanti goleador. Se queste tre persone sono leader, professionisti seri, con giovani intorno validi, si riesce ad avere un equilibrio di squadra che permetta di lavorare bene.

Cosa c’è nell’attualità di Giuseppe Sabadini?

Ho lasciato il calcio perché mi sono nauseato di tante cose, di vedere tanti personaggi sbagliati girare intorno a questo mondo.

In conclusione un saluto ai tifosi dell’Alessandria.

Ad Alessandria sono stato benissimo e sono stato trattato benissimo dai tifosi, a parte l’ultimo anno in cui ho ricevuto alcune critiche. Sono legato ai tifosi dell’Alessandria, ancora adesso qualcuno mi scrive. Auguro tante soddisfazioni perché Alessandria meriterebbe di raggiungere la Serie B.