Hurrà Grigi

Quindicinale di calcio e non solo

Brilli: “Ad Alessandria ho vissuto un’annata straordinaria”

Questa settimana la redazione di Hurrà grigi ha incontrato Mirco Brilli, difensore dell’Alessandria nella stagione 1988/1989

Brilli, quali sono i ricordi della stagione 1988/89 in cui ha vestito la maglia dell’Alessandria?

Continua a leggere l'articolo dopo il banner

Fu un’annata straordinaria. Riuscimmo a vincere il campionato con una difesa solida e compatta che subì soltanto tre gol in casa. Era una squadra costruita per vincere ed abbiamo vinto. Vincere è sempre difficile, a tutti i livelli.

Nell’estate del 1988 dopo tre stagioni passate a Spezia come è maturata la scelta di approdare Ricevetti la telefonata del mister Renzo Melani: mi chiese se ero intenzionato a lasciare Spezia, club in cui ho militato per tre anni, perché, ad Alessandria, c’era il progetto di costruire una squadra che riuscisse a vincere il campionato. Io non conoscevo la società ma ebbi le rassicurazioni del caso da parte di Melani e, conoscendo l’esperienza di vittorie di campionati che aveva il mister accettai la proposta dell’Alessandria.

Dopo l’annata 1988/1989 come è maturata la scelta di andare a Novara?

Continua a leggere l'articolo dopo il banner

Mi chiamò Adriano Fedele, con cui avevo giocato a Verona, in quanto il Novara voleva cercare di costruire una squadra competitiva per vincere il campionato. Accettai la proposta ma il finale fu diverso rispetto a dodici mesi prima in quanto retrocedemmo nello spareggio perso contro il Pontedera a Modena.

Due annate messe in parallelo con due squadre costruite per vincere. Con l’Alessandria si vinse mentre con il Novara si  retrocedette. Vincere è sempre molto difficile.

Nella sua carriera quale è stato l’allenatore che ricorda con maggiore affetto?

Dato che ero giovane ed era il primo anno che mi allontanavo da casa  ho uno straordinario ricordo di Fernando Veneranda che, purtroppo, non è più tra noi.

Per la prima volta lasciavo Livorno e approdai a Palermo, in Serie B, con Veneranda come allenatore che, per me, fu una scoperta importante sia dal punto vista umano che calcistico.

Ha seguito le vicende dell’Alessandria Calcio degli ultimi anni? Quale opinione si è fatto?

Alessandria è una piazza che deve riuscire a trovare una certa stabilità.

Quali sono caratteristiche che deve avere una squadra di Serie C per ambire a vincere un campionato?

La cosa principale è avere la società solida anche se ci può essere l’eccezione che conferma la regola in quanto il primo anno che vestivo la maglia dello Spezia vincemmo il campionato con una società fallita.

La società è alla base di tutto. Ci vuole un allenatore che abbia esperienza, magari anche di vittorie di campionati. Successivamente ci vuole un gruppo che deve essere plasmato dall’allenatore, chiaramente con il supporto del Direttore Sportivo. Il gruppo è fondamentale. I giocatori sono fondamentali e ritengo che l’allenatore conti ma fino a un certo punto.

Cosa c’è nell’attualità di Mirco Brilli?

Faccio l’allenatore a livello dilettantistico, lo faccio con passione, come quando giocavo e mi diverto anche se in questo periodo siamo fermi. Alleno a Rosignano, vicino a Livorno.

Per me il gioco del calcio è stata sempre una passione direi quasi disumana.

Nell’anno in cui ha vestito la maglia dell’Alessandria che ricordo ha della tifoseria grigia?

All’inizio vi era un po’ di perplessità perché chiaramente la squadra fu cambiata totalmente rispetto alla precedente stagione. Siamo stati bravi noi giocatori che cominciammo ad ottenere risultati importanti. Ricordo i derby contro il Casale, ricordo i tifosi che, con passione, ci seguivano in trasferta: è stata veramente un’annata straordinaria.