Hurrà Grigi

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Lazzarini: “Un grande abbraccio ai tifosi dell’Alessandria e Forza Grigi: grazie di tutto”

Questa settimana la redazione di Hurrà Grigi ha incontrato Alessandro Lazzarini, portiere dell’Alessandria nella stagione 1988/1989 e nelle annate 1996/1997 e 1997/1998

Lazzarini quali sono i ricordi delle tre stagioni in cui ha vestito la maglia dell’Alessandria?

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I ricordi sono indelebili. Nella stagione 1988/1989, alla giovane età di vent’anni, avevamo vinto il campionato e ottenni il primo grande risultato della mia carriera: quell’annata fu strepitosa, subì solamente nove reti e fui il portiere meno battuto d’Italia. Nell’estate del 1989 ero rientrato a Pisa che era proprietaria del mio cartellino. Qualche anno dopo ero tornato a giocare ad Alessandria, dopo aver fatto esperienze calcistiche tra Pisa e Modena. Erano state annate diverse, rispetto alla mia prima stagione: il portiere titolare era Paolo Toccafondi.. Tutte le annate in cui ero stato ad Alessandria mi avevano lasciato tanto.

Nell’estate del 1988 come è maturato il suo approdo ad Alessandria?

Ero un giovane portiere emergente e nel Pisa non riuscivo a ritagliarmi spazio. C’era la necessità di trovare una squadra che potesse puntare su un portiere giovane. All’epoca il preparatore dei portiere era Sergio Buso, molto amico di Renzo Melani, che consigliò al mister di prendermi in quanto credeva molto nelle qualità del sottoscritto. Vi era molta fiducia sul fatto che potevo fare un buon campionato nell’allora C2 per poter poi rientrare, al termine della stagione al Pisa. Era stato il binomio Melani-Buso a portarmi ad Alessandria.

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Nell’estate del 1996, dopo l’esperienza al Mobilieri Ponsacco, come è maturata la scelta di tornare ad Alessandria?

Il mister del Mobilieri Ponsacco era il fratello di Renzo Melani che era, quest’ultimo, diventato Direttore Sportivo dell’Alessandria e cercavano un dodicesimo. Ero reduce da un grave infortunio, il problema riguardava il tendine ma riuscì a giocare una buona stagione al Ponsacco e accettai di tornare ad Alessandria in quanto ritenevo che la squadra potesse ambire a vincere il campionato con una rosa composta da giocatori molto forti. Dopo pochi mesi, dal mio ritorno, ebbi una ricaduta, di nuovo al tendine e rimasi fuori quasi tutta la stagione.

Molti tifosi ricordano l’incidente occorso a Lazzarini nel match contro il Siena, l’11 dicembre 1988, in cui si ruppe il setto nasale.

In quella partita ebbi la rottura del setto nasale e dovetti uscire ma erano già state effettuate tutte le sostituzioni e dovette andare in porta Marco Guerra.

La stagione 1996/1997 era cominciata con propositi importanti ma la squadra terminò il campionato all’ottavo posto in classifica.

I giocatori che facevano parte di quella rosa erano di livello altissimo: Fontana, Notaristefano Toccafondi, per citarne alcuni: era una rosa molto competitiva. La squadra era molto forte costellata da problemi che si sono succeduti nel corso della stagione.

Nella sua carriera da calciatore quale è stato l’allenatore che ricorda con maggiore affetto?

Ho avuto un rapporto positivo con tutti gli allenatori. Dal punto di vista professionale ricordo Mircea Lucescu che mi fece esordire in Serie A, era già un allenatore top all’epoca. Per quanto riguarda la parte umana dico Luca Giannini che mi aveva dato continuità dal settore giovanile e avevo ritrovato, in prima squadra, nel Pisa. Voglio citare, avendo giocato in porta, tutti i preparatori dei portieri che ho avuto con cui ho sempre instaurato un ottimo rapporto.

Ha seguito le vicende dell’Alessandria degli ultimi anni? Quale opinione si è fatto?

Cerco sempre di seguire i risultati dell’Alessandria perché è una squadra che mi è rimasta nel cuore. Non posso giudicare molto perché non conosco le dinamiche interne. L’Alessandria riesce tutti gli anni ad allestire buone squadre ma fa fatica a vincere cosa non facile in una categoria come la Serie C. A volte vi sono delle dinamiche difficili da capire. La piazza è importante. La città ha tutte le caratteristiche per poter stare in categoria superiore.

Nell’attualità di Alessandro Lazzarini cosa vi è?

Io sono vice allenatore del Monza dall’ottobre del 2018 e l’obiettivo della società è quello di vincere il campionato per approdare in Serie A. In passato, sempre al fianco di Christian Brocchi, ho fatto parte del settore giovanile del Milan ricoprendo un ruolo all’interno della prima squadra oltre a una parentesi alla Virtus Entella, sempre come vice allenatore. E’ quattordici anni che non ricopro più il ruolo di preparatore dei portieri.

Rispetto a quando Lazzarini era giocatore quanto è cambiato il ruolo del portiere?

E’ cambiato molto soprattutto dal punto di vista tattico perché il portiere è sempre più chiamato a fare parte dell’inizio del gioco della squadra. L’estremo difensore deve avere sicuramente qualità tecniche importanti sicuramente con i piedi ma soprattutto tattiche. C’è un’attenzione al legame con la squadra. Quando ero calciatore si passava molto più tempo con il preparatore dei portieri, nel calcio attuale si è molto di più a contatto con la squadra: l’evoluzione del ruolo è stata importante.

Molti addetti ai lavori considerano la Serie C attuale di livello inferiore rispetto alla Serie C del passato: quale è la sua opinione?  

La differenza tra la Serie B e la Serie C non è cosi ampia. La distanza è maggiore tra la Serie B e la Serie A. Sono dell’opinione che ai ragazzi va data maggiore fiducia perché a volte si trovano calciatori bravi, in Serie C, che hanno difficoltà ad emergere e non gli viene data l’opportunità di salire in categorie superiori. Nel serie C della scorsa stagione vedevo ragazzi molto interessanti. E’ vero che la qualità si è abbassata però ci vuole più coraggio di dare spazio ai giovani con meno giocatori stranieri e più italiani.

Il futuro le piacerebbe diventare allenatore?

Ho intrapreso il percorso di vice allenatore e non mi è mai interessato diventare allenatore. Non è un mio obiettivo.

Lazzarini quale è il suo ricordo della Gradinata Nord?

Non posso fare altro che dire grazie perché, nella stagione 1988/1989, grazie ai gruppi di tifosi vi era un trofeo in palio che riuscì a conquistare.

Si doveva ritagliare sul giornale un tagliandino e votare lo sportivo di Alessandria. Quel trofeo lo ottenni ed è ancora esposto nella mia bacheca: di questo sono molto orgoglioso perché furono i tifosi a ritagliare tantissimi tagliandi dai giornali per potermi far vincere. Un grande abbraccio ai tifosi dell’Alessandria e Forza Grigi: grazie di tutto.