A caccia dell’episodio decisivo

Al termine di 45 minuti pressochè inguardabili, davanti a un Moccagatta che stava esprimendo… rumorosamente il proprio disappunto, un Pordenone già di per sé non trascendentale e in più martoriato di infortuni e squalifiche ha beccato il più classico dei ‘gollonzi’, con una palla che ha colpito Cavalli, più che Cavalli non abbia colpito la palla… Episodio che fa saltare tutti gli equilibrii: i friulani crollano e i Grigi trovano ancora la forza di segnare altre reti, magari credendosi veramente forti.
A Bergamo, in uno stadio che di solito vede la Serie A, Nordi e compagni (questa volta) non hanno trovato il momento, il guizzo, l’episodio e l’Albinoleffe si è portato a casa l’intera posta, senza strafare, senza brillare particolarmente, solamente affondando le unghie, nel giro di pochi minuti, in un orso che si è scoperto all’improvviso spaurito e imbelle. La solita Alessandria formato esterno, senza idee e senza attributi. Continuiamo a credere che si stia giocando un campionato assolutamente alla portata dell’Alessandria, senza squadre devastanti, dove sembra quasi che si faccia a gara a non vincere, tutti solo alla ricerca di un episodio a favore.
Campioni di mimetismo, i Grigi si adeguano, continuando a muoversi con andatura a zig zag, una giornata sì, l’altra no, una volta a far credere che stia arrivando il momento dello scatto e l’altra a costringerci a guardare con attenzione a ciò che sta accadendo alle nostre spalle.
La torcida comincia a non sopportare più e pare aver (almeno per la maggior parte) individuato cause e colpevoli; ora cominciano anche a trasparire i primi malumori anche dallo spogliatoio: i giocatori ammettono le loro manchevolezze ma non vogliono essere sottoposti a processi sommari; il presidente, nel caldo del dopopartita, ha manifestato il proprio disagio e il proprio malcontento.
Fare gruppo e sperare anche in un semplice episodio: a volte un episodio può cambiare i destini di un’intera stagione, non solo di una partita.