Hurrà Grigi

Quindicinale di calcio e non solo

Stefano Mo: «Adesso voglio mille abbonati»

stefano moPer un’edizione estiva ricca di stimolanti novità, il protagonista di facce da curva è Stefano Mo.
Da quando vieni al Moccagatta? Ricordi la tua prima volta allo stadio?
«Andai allo stadio per la prima volta con mio papà, penso durante la stagione del 1985-1986, non ho grandi ricordi di quella partita, è tutto un po’ sfocato e offuscato… Sono però certo di aver ripreso a guardare l’Alessandria da solo, qualche anno dopo, se non sbaglio nel ‘89.»
Cosa significa per te essere tifoso?
«Essere tifosi è una questione di appartenenza, di legame, di fratellanza, di unione e di passione al di fuori del risultato. Essere tifosi significa anche provare un’emozione fortissima quando ci si trova tutti assieme a vivere esperienze, belle o brutte che siano, a viverle con la maglia grigia addosso; a viverle come una grande e inseparabile famiglia.»
Quali sono state la tua partita più bella e la tua partita più triste?
«La più triste penso proprio possa essere stata quella contro la Salernitana, quindi semifinale di ritorno dei play off 2010-2011… un grande colpo al cuore. Una delle più belle è stata invece la ‘recente’ Alessandria-Salernitana, valida per l’esordio in Coppa Italia dell’anno scorso: dopo quella prestazione credevo davvero che quella squadra avrebbe potuto stravincere il campionato.»
La trasferta della vita?
«La mia prima trasferta, nel ’90-’91 a Viareggio… Fu la prima perché i miei genitori non mi permettevano di muovermi da solo, soprattutto in anni in cui gli ultras ‘facevano paura’ alla società, perché rumorosi e violenti. Una cosa di cui vado orgoglioso, sebbene sia solo a livello morale, è il fatto di essere entrato in quella sorta di scala araldica degli ultras in cui uno, più invecchia sui gradoni più si può avvicinare al retro della porta dove ci sono da sempre ‘i capi’ e sentirsi, pian piano, sempre più un irriducibile.»
Qual è il tuo coro ultras preferito?
«‘Ricordo quando ero fanciullo, sognavo una maglia e un color e adesso che sono cresciuto riprovo la stessa emozion…’. È uno dei primi cori che ho imparato e nonostante io li apprezzi davvero tutti,questo mi trasmette sempre un’emozione intensa: mi si proietta davanti la mia immagine da bambino che crescerà a fianco di questi colori, sognandoli sempre più vincenti, non smettendo mai.»
Ora passiamo al presente e parliamo di calciomercato: quali sono le tue impressioni sui movimenti che stanno compiendo Pres e DS?
«Stanno formando un organico davvero ben bilanciato, non aspettavo altro che vedere giovani freschi veloci e promettenti e che dire, un particolare merito va alla conclusione della trattativa Fischnaller, che date le sue evidenti qualità potrà essere determinante. Mi piace anche l’idea Loviso, ottima soluzione per il centrocampo.»
Cosa pensi invece dei rinnovi di contratto?
«Non mi lamento, nel senso che appoggio la professionalità di chi decide, essendo sicuramente più preparato di me… Sappiamo tutti che Nordi dovrà dimostrare di aver avuto troppi alti e bassi, consolidando la sua bravura e riconquistandosi fiducia. Ho letto che è aperta la caccia a un altro portiere abbastanza maturo da poter essere schierato da titolare: l’iniziativa mi piace, potrebbe spronare Nordi a dare tutto il meglio di sè per essere ogni domenica tra gli undici in campo.»
Fai un invito e un augurio ai tuoi fratelli grigi per un’estate serena e per un inizio campionato spumeggiante.
«Spero innanzitutto che la città regali a Di Masi almeno mille abbonati, dopo una campagna acquisto del genere è il minimo. In secondo luogo, invito tutti i tifosi a seguire i ragazzo a Bardonecchia, per scaldarli e per sostenerli già nelle prime partite non ufficiali. Mi auguro che i tifosi delusi dall’anno passato abbiano incassato il colpo e siano pronti a ripartire con noi, come ogni volta, contenti e orgogliosi. Può succedere qualsiasi cosa, io però voglio la B.»

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