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Geppo tra la Nord e l’Osteria. Dove continua a vivere

ALESSANDRIA – Tre giorni di lavoro, la parte dove c’erano scritte per il compleanno degli Ultras ridipinta di bianco e grigio. E, sulla parte più chiara, all’inizio di via Rapisardi, c’è Geppo.

 

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Che da quell’angolo, dalla sua Osteria Fuoricentro, dal Moccagatta, in realtà, non è mai andato via. Anzi, è presente, ancora di più, in maniera più forte, nel cuore di chi è Grigio, nel senso più pieno di questo colore e di questa appartenenza.

Grazie a Pakye, a Sandrine, a Roberto, i tre artisti, il trio delle meraviglie dei murales, perché sanno disegnare e colorare e mettono la passione e l’amore per i Grigi, per l’Alessandria Calcio, per il patrimonio che Fabrizio Repetto ha sempre difeso, onorato, si è sempre battuto, per il quale ha cantato, ha urlato, ha fatto battaglie con alcune tifoserie e con altre ha stretto legami indissolubili.

Quel 21 marzo in cui il popolo grigio lo ha salutato per l’ultima volta, i tre autori di tutti i murales che fanno del Moccagatta un tempio avevano promesso un ricordo di Geppo. Che è diventato prima un bandierone, poi anche centinaia di adesivi e, da oggi, un’opera d’arte e di tifo.

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Il profilo di Fabrizio, la sua inconfondibile felpa (grigia), gli occhiali e, sulle due pareti, il suo motto, “Mezz’ora di Grigi fatta bene. E andiamo...”. La bandiera della Fossa Rasta, che nel 2025 raggiunge il traguardo dei 40 anni, e quelle due parole che sono il pensiero di tutti, “Geppo vive”.

E continuerà a vivere, grazie anche a quest’opera, con lo sguardo verso la sua Osteria e verso la Nord, le sue ‘case’, la sua vita.