Alessandria CalcioLe Nostre Interviste

“Rimpalli”, il nuovo libro di Teodoro Lorenzo, protagonista in maglia grigia negli anni ’80

Noi che abbiamo l’Orso Grigio nel cuore lo ricordiamo soprattutto come un giocatore dell’Alessandria: tre stagioni dall’’83 all’ ’87, 80 presenze in Campionato, 17 in Coppa e 1 gol all’attivo. Uno coi piedi buoni!
Teodoro Lorenzo, però, è una personalità che potrei definire poliedrica: dopo aver calcato i campi di calcio, è diventato avvocato e da qualche tempo anche romanziere.
In quest’ultima “carriera” ha già una corposa ed apprezzata produzione: il suo ultimo lavoro si intitola “Rimpalli” ed è stato edito da poco per i tipi di “Voglino Editrice”.
“Racconto autobiografico di un’adolescenza vissuta sulla strada, segnata dall’inesorabile amore per il pallone. Il protagonista, dall’oratorio e poi attraverso le giovanili della Juventus, approda al professionismo, conoscendo il mondo del calcio, di cui fornisce originali punti di vista e sorprendenti considerazioni.”: così viene presentato questo lavoro profondo, interessante e, cosa rara, scritto molto bene.
Abbiamo intervistato Teodoro Lorenzo, da tempo amico apprezzato di Hurrà Grigi.

 Prima che avvocato e romanziere sei stato un giocatore di calcio: ci ricordi la tua carriera?

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Ho cominciato a giocare a 10 anni e ho fatto tutta la trafila delle giovanili nella Juventus. A 19 ho iniziato il professionismo: tre anni e mezzo in serie D e tre anni e mezzo in serie C, nell’Alessandria. In tutto 7 anni, 160 partite, equamente suddivise nelle due categorie: 80 di qua e 80 di là. Appena presa la laurea, in Giurisprudenza, nel febbraio del 1988 (26 anni), ho cominciato a lavorare come Liquidatore Sinistri per una compagnia di assicurazioni. Lasciare mi è costato perché amavo giocare a pallone ma il calcio mi aveva riservato solo infortuni, di cui uno gravissimo, e delusioni: cambiare strada a quel punto era diventato giusto e necessario. Giocare a pallone e giocare a calcio sono due cose diverse. Nel libro lo spiego bene, e racconto sia l’infortunio che le delusioni, tutto il percorso che mi spinto ad abbandonare il calcio.

 Come hai scoperto la tua vocazione letteraria?

Proprio durante la degenza in ospedale a seguito dell’infortunio di cui ti dicevo, degenza durata un mese, ad Abbiategrasso, ho scritto un racconto. Parlava di un calciatore naturalmente, e di un infortunio. Si intitolava Il campione. Era il maggio del 1979. Da lì è cominciato tutto. Ho scoperto che scrivere mi faceva stare bene, ordinava le cose e mi faceva scoprire me stesso. Nel mio caso quindi non parlerei di ” vocazione” letteraria. Non scrivo sempre e non scrivo di tutto. Devo sentire qualcosa dentro di me, qualcosa che mi riguarda intimamente, ancora vaga e indefinita ma che spinge per uscire. Una fiamma che brucia sottopelle. Allora scrivo, per dare forma e ordine a quella vaghezza e spegnere quella fiamma. Non si tratta quindi di vocazione ma piuttosto di psicanalisi. C’è il vantaggio che risparmio i soldi del dottore.

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L’ultima tua “fatica” si intitola “Rimpalli”: ci puoi illustrare il contenuto?

Lo definirei un ibrido, a metà tra saggio e memoir. Parlo di calcio naturalmente, com’era e com’è diventato, della mia esperienza calcistica (non la definisco ” carriera”), delle tre C che servono per diventare un giocatore vero, e per vero intendo un giocatore di serie A o serie B, di Pelé, Maradona, Sacchi, della Juventus, di Anastasi. E poi di Torino, dei Savoia, di Primo Levi, di Garibaldi. Ma parlo soprattutto della mia infanzia; quella era la fiamma che mi bruciava sottopelle. Perché scrivere della mia infanzia era l’unico modo per stare vicino a mia mamma, che ho perso da poco.

Calcio e letteratura hanno qualcosa in comune?

Tutto, se si conoscono bene entrambi. Leggete Osvaldo Soriano.

Vuoi inviare un saluto ai tifosi dell’orso grigio che vivono un momento veramente difficile?

L’Alessandria mi è rimasta nel cuore. Ha vissuto altri momenti difficili, mi vengono in mente di primo acchito diversi presidenti inadeguati del passato. Ma ha sempre saputo risollevarsi ritrovando entusiasmo e forze nuove. Perché ha un tesoro nel suo forziere: storia e prestigio. Sarà così anche questa volta.

Una lettura che voglio vivamente consigliare a tutti, appassionati di calcio o di buone letture: il libro si può trovare on line sul sito della Voglino Editore.