
Moccagatta, la domanda della FC è pronta. Ma…

ALESSANDRIA – Lunedì 9 giugno, ore 10. Anche questa attesa sta per finire, presto si conoscerà quante domande per la concessione del Moccagatta sono state presentate.
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Due i sopralluoghi effettuati, ma Acf Alesandria non è al momento interessata, non alla cifra indicata nell’avviso pubblico per la gestione quinquennale.
Anche la Luese Cristo è stata, la scorsa settimana, a visionare l’impianto. L’esito dell’asta per il ramo d’azienda, però, è destinato a pesare: perché la società torinese, anche se conserva ancora il recapito federale a Lu, ha sicuramente realizzato la compattezza della ‘formazione’, tra associazioni, enti del terzo settore, tifosi e altri soggetti, che ha permesso di ‘riportare a casa’ marchio e nome.
E patron Palmiere sembrerebbe non più interessato ad acquisire una struttura in cui continuerebbe a giocare con la ‘vecchia’ denominazione e non come Us Alessandria. Continuando, invece, a prediligere Chieri
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E la FC Alessandria cosa farà? “La domanda è pronta” la risposta di Luca Davini, che si è occupato dei contenuti delle tre buste, progetto sportivo, gestione societaria ed eventuale rialzo del canone.
Esiste, però, la possibilità che l’avviso vada deserto: se nessuno, domani mattina, consegnerà la documentazione, i contenuti saranno rivisti, con un ribasso del canone. Che, va detto, è alto: non l’ha imposto la Corte dei Conti, e ci sono esempi di somme ben inferiori, come i 10mila euro a Monza e i 20mila a Cesena.
Da capire, se questo sarà l’epilogo domani, le tempistiche e l’eventualità di una concessione temporanea, in attesa di rimettere mano all’avviso, perché ci sono interventi urgenti da fare, anche per preservare il manto erboso.
Il ramo d’azienda a Museo Grigio
Come gestire il ramo d’azienda che, comunque, passerà alla FC Alessandria una volta versata, entro 30 giorni, la cifra con cui è stata vinta l’asta (110mila euro?)
L’idea più corretta e funzionale resta quella della fondazione, elaborata da IdeAle Grigio e, in particolare da Gianluca Gorretta. Perché la preserverebbe da eventuali scossoni societari, si spera mai più, ma è meglio costruire una tutela forte.

Nell Fondazione confluirebbero istituzioni, associazioni, tifosi, imprenditori, per custodire marchio, nome e trofei e concederli in comodato gratuito alla società valutata idonea a portarli ‘in campo’, con la possibilità di revorcarli al primo segnale di ‘pericolo’.
In queste ore sembra emergere la soluzione di affidare quanto rilevato dal curatore a Museo Grigio, che entro il 2026 si trasformerà in una fondazione, ma che, fin da subito, avrà questo compito di protezione, con l’aiuto di tutti i soggetti coinvolti. Una strada per la quale ci sarebbe una quasi unanimità di vedute.