Hurrà Grigi

Quindicinale di calcio e non solo

Buon viaggio, Pietro!, di Alessandro Trisoglio

Sfido chiunque ad andare a scovare uno straccio di polemica sollevata da Pietro Anastasi nella sua lunga carriera di calciatore.

Solo sudore, passione, entusiasmo per quello sport che gli ha permesso di emergere da quella che avrebbe potuto essere la classica esistenza di un giovane siciliano dell’inizio degli anni ’70: emigrare al nord nella speranza di trovare un lavoro in una delle grandi aziende del boom italiano.

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E lui lo ha fatto il viaggio al nord. Scoperto nella Massiminiana, la squadra catanese “inventata” da quel Massimino che diventerà poi presidente dei rossoblu etnei, venne portato a Varese, fortemente aggrappato al suo sogno.

Un giorno a Varese arriva la Juve e se ne torna a Torino con cinque reti sulle spalle: tre gliele segna il centravanti, quel centravanti di cui l’avvocato Agnelli si appunta il nome in agenda. Arriva l’estate, arriva il mercato, arriva un’amichevole disputata con la maglia dell’Inter, che sta facendo di tutto per portarlo a Milano. Ma a fine primo tempo arriva un ordine perentorio: “Cambiati e vola a Torino, la Juve ti aspetta per firmare il contratto”. Si parla di 626 milioni (cifra impressionante per l’epoca), si parla di motori da installare sulle lavatrici Ignis, azienda guidata dal commendator Borghi, presidente del Varese e in affari con la Fiat, produttrice di tali motori.

Pietro arriva a Torino e con lui arriva la passione di tutto il sud Italia, che vede nel numero nove siciliano il simbolo della realizzazione di un sogno comune. Ce l’ha fatta Anastasi, uno di noi. Ce la faremo anche noi. Un simbolo. Un punto di riferimento.

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Semplice, quasi timido, dolce. La tecnica non è raffinatissima ma la determinazione, la volontà, l’applicazione, la grinta conquistano tutti. Anastasi è la Juve e la Juve è Anastasi.

In Nazionale ha entusiasmato agli Europei, segnando nella vittoriosa finale del ’68, proprio pochi giorni prima di indossare la maglia bianconera; poi la sfortuna lo fa fuori dai Mondiali messicani del ’70, un’operazione al basso ventre e quelli diventano i Mondiali di Boninsegna, il suo sostituto.

Proprio quel Boninsegna che prenderà il suo posto alla Juve, quando per Pietro si profila il viale del tramonto. Ancora qualche sprazzo in nerazzurro, per poi chiudere con Ascoli e Lugano, due squadre dai colori bianco-neri, perché Anastasi non ama altri colori.

Alessandro Trisoglio

Foto tratta da: tifosibianconeri.com