Hurrà Grigi

Quindicinale di calcio e non solo

Parentela: “Ad Alessandria un’esperienza importante”

Questa settimana la redazione di Hurrà Grigi ha incontrato Andrea Parentela, centravanti dell’Alessandria nella stagione 2000-2001.

Quali sono i tuoi ricordi della stagione in cui ha vestito la maglia dell’Alessandria?

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Sono stato ad Alessandria nella stagione 2000/2001. E’ stata sicuramente un’esperienza importante dato che era la prima volta che lasciavo la Calabria dopo aver giocato tre anni nell’Interregionale con la maglia del Vigor Lamezia. La storia è stata, diciamo, strana in quanto io firmai un contratto triennale con il Livorno: all’epoca la famiglia Spinelli era proprietaria di entrambe le squadre e successe che, nell’estate 2000, quando facevo parte della Vigor Lamezia, venne ingaggiato come allenatore un tecnico piemontese, Pallavicini. Io stavo facendo bene in quel periodo in Calabria. Pallavicini chiamò l’allora Direttore Sportivo dell’Alessandria, Roberto Lamanna, che mi portò ad Alessandria. Per me è stata una grande esperienza: ero stato accolto benissimo anche perché i tifosi ricordavano, con piacere, i giocatori calabresi, vedi Marescalco. Segnai all’esordio in Coppa Italia, avversario il Novara. Secondo me l’Alessandria era stata mal costruita, male organizzata, in quanto la famiglia Spinelli si dedicò maggiormente al Livorno anche se, nei grigi, vi erano nomi importanti, a livello di giocatori.

Poi nel mercato invernale ci fu il suo approdo al Castel Di Sangro?

Io che ero di proprietà del Livorno, dopo l’Alessandria, mi ritrovai a Castel Di Sangro, in comproprietà. Avevo come compagno di squadra l’ex allenatore dell’Alessandria Giuseppe Scienza: chiudemmo il campionato all’ottavo posto in classifica.

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Alessandria-Livorno 0-3: fu la gara in cui ha esordito con la maglia grigia in campionato, se la ricorda?

Ricordo il momento del mio ingresso in campo sia in campionato, contro il Livorno, sia il gol al debutto in Coppa Italia contro il Novara. Alla fine credoche la società avrebbe dovuto puntare su qualche giovane in più: la squadra all’epoca molto anziana. A volte anche l’ambiente può far diventare importante un calciatore.

Un suo compagno di squadra, quando lei era calciatore, era Cristiano Scazzola.

Cristiano, all’epoca, era il nostro capitano. Oltre che uno dei giocatori più forti con cui ho condiviso anni di calcio giocato. Lo ricordo come un ragazzo simpatico, un grande professionista: ho un bellissimo ricordo. L’Alessandria ritengo sia in buone mani e penso che possa fare un buon campionato.

Ha seguito l’Alessandria negli ultimi anni? Che opinione si è fatto?

L’Alessandria è una di quelle piazze che dovrebbe fare il salto di categoria in Serie B ma, per un motivo o per l’altro, non ci riesce mai. Una situazione simile la sta vivendo Catanzaro, la mia città natale. L’Alessandria merita di raggiungere la Serie B: la squadra è stata allestita in maniera importante. Io ovviamente faccio il tifo per l’Alessandria sperando che possa ottenere il salto di categoria.

Cosa c’è nell’attualità di Andrea Parentela?

Sono sempre rimasto nel mondo del calcio girando in lungo e in largo in Italia, ho smesso di giocare presto: la mia ultima stagione è stata l’annata 2013/2014, in quanto avevo il desiderio di svolgere la professione dell’allenatore. Da quattro anni alleno. Non ho trovato, per questa stagione, l’accordo con nessuna società in quanto non è arrivata la richiesta giusta. Però quello che voglio fare è questo.