Hurrà Grigi

Quindicinale di calcio e non solo

Vedo Ventura e penso a Stellini

 

venturaventura2Quando ho visto la faccia di Ventura dopo Italia-Svezia ho pensato subito a lui, a Mister Stellini.

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Sono due che non sorridono veramente mai, anche se, bisogna riconoscerlo, di motivi per stare allegri, di questi tempi, ne hanno veramente pochi.

Ma non è solo una questione di gaiezza: sono veramente tanti i punti in comune tra i due.

Intanto, il vocabolario: entrambi, nel loro lessico, hanno una lacuna incolmabile.

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Non conoscono la parola dimissioni.

In campo può succedere di tutto, si può buttare al vento una qualificazione ai mondiali oppure registrare l’avvio di campionato più vergognoso degli ultimi vent’anni, ma di lasciare la poltrona non se ne parla neppure.

Del resto, in Italia, lo sappiamo che la pratica delle dimissioni, a tutti i livelli,  è veramente rarissima: l’importante è salvare il conto in banca, non certo i risultati. L’alibi è servito.

Anche le scelte tecnico-tattiche accomunano i due: quante volte Ventura e Stellini hanno cambiato formazione da un incontro all’altro, per poi cercare di rimediare tardivamente con cambi affrettati e poco produttivi?

Quante volte sono rimasti in panchina gli uomini migliori, da Cazzola a Nicco per approdare a De Rossi o Insigne, solo per seguire incomprensibili quanto inutili alchimie tattiche?

E vogliamo parlare dei moduli? Si parte col 4-4-2 per poi proseguire, nella stessa partita, col 5-3-1-1, facendo passare magari la difesa da 3 a 4, per approdare definitivamente, quando a pochi minuti dalla fine tutto pare perduto, a Lucca come a San Siro, a quello che un tempo era noto come il modulo alla “viva il parroco”: tutti avanti e palla a spiovere in mezzo all’area.

wp_20170703_002Eppure, entrambi, alla fine della partita, sembrano sempre aver visto un’altra partita, rispetto a quella cui abbiamo assistito noi comuni mortali: “abbiamo dominato per settanta minuti”, “solo la sfortuna e l’arbitro ci hanno fermato”, “non ho fatto nulla che non rifarei”. Il calcio è bello per questo, perché ognuno lo vede come vuole, anche quando la dura legge del gol dice tutt’altro.

E vogliamo parlare degli staff? Ventura e Stellini si portano dietro una pletora di esperti e fiancheggiatori veramente imbarazzante. Il mister della Nazionale può anche avere ragione a circondarsi di una decina di esperti, ma è chiaro che anche l’Alessandria non può essere da meno.

Ad affiancare Stellini abbiamo il vice-allenatore, il preparatore atletico, un addetto al recupero-infortuni, il preparatore dei portieri, il massaggiatore e  (udite udite!) il tattico e l’analista video!!!! . Chissà cosa costa tutta questa gente. E siamo quart’ultimi in classifica! Pensate se Stellini fosse da solo!

Siamo come una piccola Nazionale: del resto, lo sapete, dobbiamo avere una società moderna, al passo coi tempi, strutturata per ottenere il rendimento migliore. Infatti!

Comunque, al di là dell’ironia, bisogna dire che Ventura i suoi successi li ha registrati e qualche bel campionato lo ha vinto.

Auguriamo quindi anche a Mister Stellini di fare una carriera così ricca di soddisfazioni. Qui ad Alessandria sembra abbastanza lontano da questo obiettivo. Magari in un’altra squadra….

 

Massimo Taggiasco

 

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