Hurrà Grigi

Quindicinale di calcio e non solo

Solidarietà (e amicizia) al tifoso in accappatoio

 

veronaAl Partenio di Avellino in accappatoio, ciabatte e costume: così si è presentato un tifoso del Verona in occasione del match dell’11 febbraio scorso.

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Sul web si è sparsa la voce che il tifoso in questione sia stato immediatamente colpito dal Daspo (ossia il divieto di partecipare a manifestazioni sportive), ma la notizia è stata smentita dalla Questura di Verona.

Vedremo chi dice la verità.

Quello che conta, però, è il principio: ormai, all’interno degli stadi italiani, è in corso una vera e propria caccia alle streghe.

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Niente megafoni, niente fumogeni, niente trombe (e niente parolacce dai parterre). Per fare uno striscione “a norma” occorrono migliaia di euro (e infatti in curva se ne vedono molti meno di una volta).

Telecamere, biglietti nominativi, tornelli: presto, per vedere una partita di calcio, bisognerà esibire lastre e certificato medico, oltre, naturalmente, all’estratto conto e alla denuncia dei redditi. Ed essere rigorosamente vestiti in divisa.

E i cori dettati dallo speaker dello stadio, che urla come un finto ultras (a pagamento)? Che tristezza.

Ricordo che 40 anni fa, quando l’Orso era in B, entravo con gli amici in curva nord con un’ enorme batteria da camion, che, per la gioia di mia madre, ricaricavo in camera mia nella notte tra sabato e domenica, per poi collegarla a una serie di trombe (sempre da trasporto pesante). Un suono micidiale (erano due i dispositivi analoghi in curva) che accompagnava l’ingresso delle squadre in campo e i momenti più vivaci della gara in un clima di vera e propria festa, tra rotoli di carta igienica, tamburi, megafoni, fischietti, trombe di vario genere. Eravamo incitatori di violenza?

Ho un ricordo bellissimo di questo clima allo stadio e sono fiero di averlo vissuto.

Sarà che sono passati tanti anni, ma oggi tutto mi sembra più triste, privo di anima.

E allora, ben venga il tifoso in accappatoio: c’è ancora qualcuno che ha il coraggio di essere diverso in questo calcio dove chi comanda vorrebbe tutti tifosi egualmente finti, ma pronti a sacrificare il portafoglio al “merchandising”.

 

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