Hurrà Grigi

Quindicinale di calcio e non solo

Pagelle della 10° giornata di Serie A

01. Serie A

Voto 10 – La leadership tecnica di Roma e Napoli. Garcia e Sarri continuano a volare sulle ali dell’entusiasmo. Spettacolari, belle e vincenti, Roma e Napoli salgono rispettivamente a quota 23 e 21 punti. Dopo anni passati a inseguire la Juventus, quest’anno lo scudetto è roba loro.

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Voto 9 – Pirotecnico Torino-Genoa. Raramente nel nostro campionato, tattico e difensivo, capita di vedere 6 reti in una partita. Il 3-3 dell’Olimpico tra Torino e Genoa è un uragano di colpi di scena, di emozioni e soprattutto…di gol!

Voto 8 – Le perle di Sassuolo, Atalanta e Frosinone. Le tre realtà “provinciali” più belle del nostro campionato. Vincono, giocano un ottimo calcio e sognano in grande: Sassuolo e Atalanta sono destinate a disputare un campionato da protagoniste. Discorso diverso per il Frosinone, il cui unico obiettivo è la salvezza. Ma chi pensava che i canarini avrebbero rivestito il ruolo di vittima sacrificale al loro primo anno nella massima serie, era completamente fuori strada.

Voto 7 – Fiorentina e Inter tornano a vincere. Le antagoniste di Roma e Napoli saranno loro? I viola, dopo tre ko di fila, riassaporano il gusto dei tre punti contro un Verona in piena crisi e guardano al futuro con maggior ottimismo e con la consapevolezza di poter lottare per i primissimi posti. Segna poco, gioca male e vince di misura: questa è l’Inter del Mancini in versione “conta solo il risultato”. Che poi tutti i torti non li ha…

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Voto 6 – Milan a piccoli passi. Seconda vittoria consecutiva per il Diavolo che supera con il minimo scarto il Chievo, sale all’8° posto in classifica e per la prima volta in stagione mantiene la porta inviolata. “La vittoria è meritata. Bisogna essere più precisi lì davanti, ma l’importante è provarci. Siamo stati imprecisi e miglioreremo anche quello”. Mihajlovic la pensa così. Un passettino alla volta…

Voto 5 – La doppia faccia della Lazio. La storia di queste prime dieci giornate di campionato racconta di una Lazio letale in casa e disastrosa in trasferta. A Bergamo i biancocelesti, dopo essere passati in vantaggio, subiscono la rimonta dell’Atalanta. Dimostrazione di una squadra ancora immatura, a cui manca lo step decisivo per essere definita una “big”.

Voto 4 – L’Udinese e i bei tempi che furono. Vi ricordate i vari Sanchez, Benatia, Handanovic, Asamoah? I tempi dei terzi posti, delle qualificazioni in Champions League, delle giovani promesse destinate a diventare stelle, sono finiti. L’Udinese targata Colantuono è un mix di ragazzini acerbi e di senatori sulla via del ritiro: la pozione magica della famiglia Pozzo si è esaurita?

Voto 3 – La Juve dice addio allo scudetto. Da dove iniziare? Dalla quarta sconfitta in campionato, dal dodicesimo posto in classifica o dal ritiro imposto dalla dirigenza bianconera ai propri tesserati? La stagione della Vecchia Signora è equiparabile ai saliscendi di una montagna russa. Dov’è finita la fame, la voglia di vincere, la qualità di un allenatore in grado di sfiorare il triplete al primo anno in bianconero? Mille interrogativi e una sola risposta: la Juventus dice, con quasi ogni probabilità, addio al tricolore.

Voto 2 – Carpi e Verona fanalini di coda. Certamente non ci si aspettavano fuochi d’artificio da queste due compagini, però, in particolar modo dal Verona, qualcosa in più era doveroso pretendere. Se in casa Carpi l’effetto Sannino sembra essere già svanito, a Verona la panchina di Mandorlini continua a traballare.

Voto 1 – Bologna e l’esonero inevitabile. Il secondo esonero in Serie A, dopo quello di Castori al Carpi, si materializza sempre in terra emiliana: a saltare, infatti, è Delio Rossi. L’euforia intorno all’ambizioso progetto del Bologna, è andata pian piano scemando, i risultati sono stati deludenti e l’esonero del tecnico ex Sampdoria era ormai inevitabile. A Donadoni l’incarico di risollevare il morale di una piazza tanto ambiziosa quanto depressa.

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