Hurrà Grigi

Quindicinale di calcio e non solo

SODDISFATTE A METÀ

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La tre giorni europea vede le squadre italiane uscire dai rispettivi impegni in Champions ed Europa League con 2 vittorie, 2 pareggi e una sconfitta.

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Ad aprire le danze è la Juventus, che all’Etihad Stadium ottiene un risultato sorprendente. Contro il Manchester City, imbattuto in Premier League, i bianconeri infatti vincono 2-1 dopo una sontuosa rimonta ed esordiscono nel girone D di Champions ottenendo 3 punti importanti, soprattutto per il morale. Dopo un inizio di stagione negativo, condito da due sconfitte e un pareggio, la Vecchia Signora riparte da un elemento che ha caratterizzato il dominio bianconero degli ultimi anni: il carattere. La partita disputata dagli uomini di Allegri è ottima: squadra corta, buona fase difensiva e pressing intelligente. Il tecnico livornese schiera la squadra con un modulo inedito che non prevede né la difesa a 3 né il trequartista: 4-3-3 con Cuadrado e Morata ali offensive. E proprio il colombiano e lo spagnolo si rivelano le principali spine nel fianco per la difesa inglese. La partita è equilibrata e ben giocata da entrambe le squadre ma è un episodio a punire i bianconeri: al 57′ l’angolo di David Silva si indirizza verso la testa di Kompany che sovrasta Chiellini, commettendo un evidente fallo non segnalato dall’arbitro, e lo costringe all’autogol. Sarebbe potuto essere l’episodio decisivo, avrebbe potuto “uccidere” qualsiasi squadra. Ma così non è stato: in 11 minuti la Juve ribalta il risultato grazie alle reti di Mandzukic e Morata. La Vecchia Signora torna a vincere nella partita più difficile, più inattesa. Quella di Manchester si rivelerà la gara della svolta per la stagione bianconera?

Il mercoledì di Champions regala alla Roma la soddisfazione di bloccare sul pari i campioni d’Europa del Barcellona. L’incredibile 7-1 subito lo scorso anno contro il Bayern Monaco in Champions, spinge Garcia ad impostare una partita estremamente prudente. Italian style: catenaccio e contropiede. Il Barcellona che si presenta all’Olimpico non è un Barcellona entusiasmante: il tiki taka è un dogma ma i ritmi imposti dalla squadra di Luis Enrique sono troppo bassi. Al vantaggio di Suarez, al 21′ risponde Florenzi con un gol da antologia: il jolly romanista fa partire da metà campo un tiro fantastico che batte Ter Stegen, colpevolmente fuori dai pali. Un gol che rimarrà nella storia di questa competizione. I giallorossi danno vita a una partita tutta grinta e difesa però il gioco latita e le percentuali di possesso palla sono indicative: 25% di possesso palla contro il 75% dei blaugrana. Ma ciò che contava era ottenere un risultato positivo e la Roma ci è riuscita. In attesa che la qualità del gioco migliori, i risultati arrivano.

Capitolo Europa League. Il Napoli, dopo un inizio di campionato non entusiasmante, sovrasta il Club Brugge. Al San Paolo i partenopei rifilano ai belgi un pesante 5-0 e mostrano grandi segni di ripresa. Le doppiette di Callejon e Mertens e la rete di Hamsik permettono agli azzurri di prendere una boccata d’ossigeno e di affrontare i prossimi impegni con maggior tranquillità. Convincente il 4-3-3 messo in campo da Sarri, che potrebbe diventare un intrigante opzione al classico 4-3-1-2. Come per la Juve, ma con le dovute proporzioni visto il modesto avversario affrontato, si potrebbe parlare di giornata della svolta.

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Brutto passo falso per la Fiorentina di Sousa che, nel gruppo I di Europa League, perde 2-1 al Franchi contro l’avversario più accreditato del girone, il Basilea. Prestazione negativa dei viola che dopo 3 minuti si ritrovano in vantaggio in virtù di una rete piuttosto casuale di Kalinic, ma che dopo di essa adottano una strategia estremamente difensiva, con una squadra arroccata nella propria metà campo la cui unica preoccupazione è difendere l’1-0 iniziale. A far crollare il muro costruito dai viola sono Bjarnason, vecchia conoscenza del nostro calcio, ed Elneny. Troppi alti e bassi per la Fiorentina in questo primissimo scorcio di stagione; i viola non possono permettersi di disputare un’annata all’altezza delle aspettative in assenza di un elemento fondamentale: la continuità.

All’appello manca solamente la Lazio. I biancocelesti di Pioli pareggiano in Ucraina contro i semifinalisti dell’Europa League 2014/2015, il Dnipro. Beffa atroce per i capitolini che, dopo il vantaggio di Milinkovic-Savic, vengono raggiunti dagli ucraini a tempo praticamente scaduto. Buona prestazione comunque degli uomini di Pioli che tengono costantemente in mano il pallino del match, disputando un’ottima partita in un campo difficile. Peccato per il pareggio finale ma niente allarmismi: i biancocelesti dimostrano di essersi ripresi dalla sconfitta di inizio stagione in Supercoppa italiana e dalla cocente eliminazione dai preliminari di Champions, ed è questo ciò che più conta.

L’Europa torna e le squadre italiane dimostrano di esserci, soddisfatte a metà.

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