Hurrà Grigi

Quindicinale di calcio e non solo

L’avventura dell’Orso è solo all’inizio!

bollTre punti in due partite: sei più ottimista o preoccupato?

Sono preoccupato ma non sono pessimista.

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Qual è il comune denominatore (se c’è) delle prime due partite dell’Alessandria in campionato?

Premettendo che ho seguito l’intera prima casalinga con la Feralpi e solo il primo tempo della partita di Cuneo, posso dire che alcuni elementi comuni sono già abbastanza evidenti.

Quali?

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Fondamentalmente tre: anzitutto un consistente possesso di palla a centrocampo, con un fraseggio corto che talvolta raggiunge la leziosità del tiki-taka. Poi una preoccupante fragilità difensiva sulle incursioni avversarie che ha posto sia la Feralpi che il Cuneo in condizione di creare diverse palle gol. Infine, una non indifferente carenza di occasioni da rete.

Detto così, sembra che il centrocampo sia il punto di forza, ma anche il tallone d’Achille dell’Alessandria.

Effettivamente si può dire così: sotto questo aspetto si è infatti verificato quello che il sottoscritto (unitamente ad altri colleghi della carta stampata) aveva paventato all’inizio del campionato, poiché i nostri centrocampisti sembrano più orientati a costruire che non a distruggere le trame degli avversari, magari arrivando sul pallone un attimo prima dell’antagonista a cui lo stesso è destinato. Poi c’è il problema degli attaccanti.

Cioè?

Marconi è alle prese con una crisi che perdura ormai da oltre sei mesi, mentre Bocalon resta ancora imperscrutabile. E non è tutto, poiché, al di là della crisi delle punte, quello che preoccupa di più è la mancanza di occasioni da rete, tant’è che sia il gol di Iunco alla prima uscita che quello di Fishnaller al Baschiero sono giunti al culmine di una concitata situazione nell’area di rigore avversaria, in modo più o meno casuale, e non sono stati la conseguenza di una orchestrata manovra offensiva.

E la difesa?

Ti sorprenderò, ma sono convinto che l’Alessandria disponga di ottimi difensori e che il vero problema sia sempre da ricondursi ad una certa mancanza di filtro da parte del centrocampo che rende il nostro pacchetto arretrato sovente esposto oltre misura alle incursioni altrui.

Possiamo già dare un primo giudizio sul lavoro svolto da Magalini in estate? Cominciamo dalla difesa…

Per quanto visto sino ad ora, preferisco il “vecchio” Sabato al “nuovo” Manfrin e credo che se Sosa diventasse un po’ più bravo a sganciarsi, potrebbe costringere Celjak alla panchina. Morero, Sirri e Terigi sono (il primo soprattutto) affidabili difensori centrali.

A centrocampo?

Concordo sul fatto che Loviso sia irrinunciabile (anche se lo vorrei vedere più leader), mentre, tra i nuovi, preferisco Branca a Nicco e, con un Mezavilla spesso altalenante, aspetto di rivedere in campo Vitofrancesco.

Concludiamo con l’attacco…

Di Fishnaller non si può fare a meno, Boniperti, seppur meno raffinato, potrebbe essere perfino più utile di Iunco, ma, in questo momento, il vero problema resta la punta centrale. Se Marconi non supera la crisi e Bocalon non convince, i Grigi incontreranno sempre più difficoltà del dovuto a spedire la palla in fondo al sacco.

Quindi Scienza avrà molto su cui lavorare. Comunque, all’inizio dell’intervista, avevi detto di non essere pessimista…

Abbiamo un parco giocatori di alto livello e, alla peggio, abbiamo tre punti di distacco dalla vetta: l’avventura è soltanto agli inizi, non si può e non si deve essere sfiduciati, ma è giusto evidenziare subito alcuni difetti per poter migliorare.

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