Hurrà Grigi

Quindicinale di calcio e non solo

FEDERICO LAZZARIN: il videomaker tifoso (2ª parte)

Federico Lazzarin 1Nella prima parte dell’intervista, abbiamo già affrontato vari argomenti molto importanti, ad esempio il fatto che Federico abbia realizzato per l’Alessandria Calcio le riprese di tutte le gare di Campionato e Coppa Italia dei grigi negli ultimi cinque anni. Ma se dovesse scegliere, qual è il video a cui è più affezionato?
«Sicuramente, il video di cui vado più orgoglioso in assoluto è quello fatto in occasione della serata per i 102 anni: un lavoro particolarmente impegnativo ed è una cosa di cui vado particolarmente orgoglioso, soprattutto quando ho sentito gli applausi in sala nel momento della proieizone! E la stessa cosa vale per il video realizzato per Servili, in occasione della festa fatta quando Andrea ha superato il record di presenze in maglia grigia».
Sicuramente, il fatto di avere avuto un rapporto priviligiato con tanti allenatori e giocatori, ti avrà dato la possibilità di stringere anche molte amicizie: ad esempio, nel corso delle nostre partite a calcetto, ti ho visto spesso esibire con orgoglio la maglia n° 2 appartenuta a Pucino…
ml Sì, certo, eccola lì che penzola allegramente… (mi indica la maglia appena uscita dalla lavatrice e stesa sullo stendibiancheria, che da sempre occupa costituisce una presenza silenziosa ma fondamentale nella nuova casa di Federico, al pari dell’imprescindibile computer e dei tanti cd e dvd, sistemati con ammirevole criterio nella spaziosa libreria, che si trova davanti al divano in cui siamo seduti, ndr.) …Ad esempio, l’anno scorso sono andato a prendere Raffaele Pucino a Genova con la macchina: arrivava direttamente da Caserta con l’aereo e doveva ritirare le ultime cose che aveva lasciato ad Alessandria, per poi dirigersi subito a Varese, dove si stava per trasferire stabilmente. Sempre restando all’anno di Sarri, ricordo con piacere in particolare Samuele Romeo, che, dopo l’anno a Sorrento e le stagioni vissute a Empoli, ora gioca nella Juve Stabia. E poi Bryan Machado: magari non ha totalizzato molte presenze in maglia grigia, ma umanamente era veramente una persona speciale. Ora vive in America e, da quel che ho saputo, non gioca più a calcio ma si sta dedicando a tutt’altro…».
Ti ricordi ancora la prima volta che hai messo piede al Mocca?
«Dunque, vediamo… La partita era sicuramente Alessandria-Triestina ed era gennaio: non ricordo però se era il 1991 o il 1992. Ho cercato anche di risalire con esattezza a quella gara, andando su Wikipedia: il problema è che in tutti e due gli anni i grigi giocarono con la Triestina e in entrambi i casi il risultato finale fu di 0-0! Ricordo bene il contesto, però, dato che è stata l’unica occasione in cui venne mio padre allo stadio. Infatti, quest’anno, visto il campionato di vertice disputato dai grigi, sto cercando di convincerlo a ritornare al Moccagatta… Comunque sia, da quel momento praticamente non ho più smesso di seguire i grigi, andando in tutti i settori dello stadio: all’inizio a fianco della ‘Torretta’ in Curva Sud e poi in Rettilineo, fino al 2003, nell’anno del fallimento. Dopo un anno di pausa, sono ritornato allo stadio anche grazie anche ad un mio collega di lavoro che mi regalò un abbonamento in Curva Sud, quindi nel 2004 mi sono spostato nei Parterre. Nel frattempo, cominciai anche ad andare in trasferta ed è stato proprio in quel contesto che ho conosciuto Matteo Serra, con tutto il discorso legato all collaborazione con Tuono News che va avanti tuttora. Da quel momento le trasferte le ho fatte praticamente tutte: negli ultimi anni, poi, alcune delle quali sono state particolarmente lunghe e impegnative come Salerno, Pagani, Sorrento, Milazzo – la prima ‘quasi’ ufficiale del Presidente Di Masi -, Olbia, Sassari… Impegnative ma anche emozionanti: non solo per la partita in sé, ma anche per il prima e il dopo. Per esempio, ricordo anche una partita a Pizzighettone, dove sotto una pioggia fortissima perdevamo 1-0: alla fine, però i grigi vinsero 3-1, con un gran gol di Artico. Fu un belllissimo ritorno a casa, (nonostante i vestiti fradici), con tanto di inevitabile tappa all’autogrill per riscaldarci con un caffè…»
Rispetto ai primi anni che hai citato, è innegabile che il numero degli spettatori al Moccagatta sia drasticamente diminuito, spesso anche a prescindere dai risultati. Il discorso vale anche per quasi tutta la stagione di Sarri e, soprattutto, per molte delle partite disputate nell’attuale stagione. Tu come te lo spieghi?
«Mah, è difficile trovare una spiegazione davvero plausibile, soprattutto se pensi che dalla finale dei play-off contro il Como (in cui lo stadio era strapieno e c’erano persone arrampicate un po’ ovunque) sono passati solo pochi anni: anche nell’anno di Sarri, a parte l’ultima gara contro la Salernitana, allo stadio c’erano sempre gli stessi… Parlando con amici ed altri tifosi, spesso le frasi più ricorrenti sono sempre le stesse: ‘Noi alessandrini siamo molto esigenti’, ‘Troppo spesso basta un niente per farci disamorare della squadra’, ecc. E infatti, anche quest’anno, nonostante le sei vittorie di fila (ottenute in casa con Arezzo e Feralpisalò e in trasferta a Sassari, Busto Arsizio, Monza e Como!) e, soprattutto, nonostante l’Alessandria sia stata campione d’inverno dopo 41 anni, raramente il pubblico è stato quello delle grandi occasioni (come, ad esempio, nelle 2 partite a inizio stagione contro Pavia e Novara e nelle due relative gare di ritorno), anche in orari particolarmente accessibili (persino alle 14.30 di domenica…). Mi auguro che, nelle prossime gare – che saranno sicuramente fondamentali per la stagione – i tifosi ritornino ad affollare sempre più numerosi gli spalti del Moccagatta!»
Cambiando per un attimo discorso, oltre al calcio e ad i grigi in particolare, io e te abbiamo un’altra grande passione che ci lega: alludo alla musica, soprattutto per quanto riguarda il gruppo dei Genesis. La domanda è a bruciapelo: quali sono il brano e l’album preferito dello storico gruppo inglese?
«Sicuramente il brano ‘Dancing with the moonlit knight’ che apre l’album ‘Selling England by the pound’, il penultimo inciso dalla band con Peter Gabriel» (ottima scelta, ndr).
Ritornando al calcio e ringraziandoti per la tua disponibiltà ti offro un assist da sfruttare come preferisci: meglio la squadra di Sarri o l’organico attuale agli ordini di Mister D’Angelo?
«Premesso che mi ritengo un semplice tifoso, io metterei la rosa attuale sullo stesso piano di quella del 2010/2011. Per quanto mi riguarda, l’unico mio vero rimpianto è quello di non aver mai visto di persona giocare Marescalco, ma di avere ammirato le sue prodezze solo grazie ai filmati esistenti. Anche perché sono consapevole che, nel corso della storia, ci siano state tante altre squadre dei grigi ‘belle in maniere diversa’, parafrasando un po’ la frase che diceva il personaggio interpretato da Stefano Accorsi nel film Radiofreccia».
Il paragone ci sta, eccome: è bello constatare come la fede nei grigi abbia il potere, quasi taumaturgico, di contribuire a fare uscire dal guscio della propria timidezza una persona di per sé riservata e mai invadente come Fede Laz!
[2ª parte – fine]

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