Hurrà Grigi

Quindicinale di calcio e non solo

Paolo Puglisi: dei Grigi ci s’innamora a ogni età

SONY DSCAltra edizione, altra ‘Faccia’ con cui, occasionalmente, ci siamo spostati in Parterre. Questa volta tocca a Paolo Puglisi, grande tifoso e papà di un piccolo prodigio che sta crescendo in grigio, Federico. Cominciamo subito.
Da quanto vieni allo stadio, ricordi la tua prima volta al Moccagatta?
«Onestamente la prima partita non la non ricordo, anche se la mia è una passione relativamente recente in quanto risale ad appena otto-dieci anni fa. Prima di allora mi interessavo solo occasionalmente ai Grigi. Poi una serie di circostanze mi hanno avvicinato all’ambiente dei tifosi storici del Moccagatta ed è nata la passione, un poco tardiva ma profonda; si dice che accada anche questo nella vita.»
Non c’è età per innamorarsi, a maggior ragione di una squadra di calcio!
A questo proposito, quali sono state la partita più bella e quella più brutta a cui tu abbia assistito?
«La partita più bella, soprattutto per il clima e la particolare situazione, ritengo sia stata quella contro l’Olbia con il fantastico goal di Briano. Per quanto riguarda la più brutta i ricordi sono più di uno, alcuni anche recenti; mi viene però difficile assegnare un ‘titolo di vincitore’ ad una situazione di pessimo calcio. Il brutto calcio è tutto da dimenticare, un poco più o un poco meno non fa differenza per me.»
Cosa vuol dire per te essere un tifoso grigio?
«Innanzitutto assecondare una passione, il che potrebbe essere già abbastanza. Poi con gli amici del Parterre è anche un momento d’incontro, di svago e di goliardia, inteso come il piacere dell’ironia, che non manca mai, oltre che della compagnia.»
Quali sono stati il migliore e il peggiore giocatore che hai visto in maglia grigia.
«Uno dei migliori giocatori che io abbia visto, considerando tempi recenti, ritengo sia stato Daniele Croce. Grande giocatore in una grande squadra che in una situazione di enorme difficoltà, sappiamo tutti dov’è arrivata e dove sarebbe dovuta arrivare. Sul peggiore avrei, anche qui, qualche idea ma preferisco non esternarla e pensare ai migliori.»
La coreografia più bella della Nord degli ultimi anni?
«La partita giocata se non sbaglio un paio di anni fa in notturna contro il Novara, emozioni uniche, partita sofferta ma sensazionale nel suo calore. Una meraviglia di serata nonostante il risultato.»
Quale coro porti nel cuore? Perché?
«Trovo che i cori ‘storici’ siano tutti appassionanti e coinvolgenti, fanno parte di una identità condivisa e incarnata da tutti colori i quali vengono al Mocca con entusiasmo e passione, appunto. Lo stesso dicasi di quelli intonati, ad esempio, in omaggio ad atleti quali Andrea Servili o Marco Martini, sempre per ricordare personaggi e momenti di buon calcio. Insomma tutto fa parte del sentirsi Grigi.»
Secondo te, quali sono i limiti e i punti forti della formazione di quest’anno?
«Partirei dai punti forti che sono facilmente individuabili nella società finalmente tornata grande (sotto tutti i punti di vista, non solo quello sportivo) e la gran parte dei giocatori, perlomeno relativamente ad esperienza e tasso tecnico. Il principale punto debole, a mio modo di vedere, potrebbe essere il carattere un poco attendista se non a volte rinunciatario con il quale vengono affrontate spesso lunghe fasi di partite che, con un poco di coraggio e determinazione in più, si sarebbero potute dominare.»
In questa tua affermazione penso ci si ritrovi gran parte di noi, volevo sentire un tuo parere su queste ultime e, consentimi, anonime prestazioni.
«Ho fiducia e penso che sia solo una fase di assestamento, un momento nel quale le idee e il percorso da compiere non siano ancora completamente chiari. È probabile anche che la condizione psico-fisica di alcuni giocatori non sia ancora ottimale, almeno spero. Sono però convinto che una società qualificata e motivata come è la nostra in questo momento, sfrutterà, alla lunga, tutte le opportunità per ben figurare in questo campionato.»
Un consiglio alla società e al mister per tornare sulla via vincente.
«La società credo davvero che non abbia bisogno di consigli, penso che nel panorama calcistico attuale abbia di che insegnare piuttosto. Al Mister mi permetto di chiedere solo un poco più di coraggio e di spregiudicatezza, penso che ci sano le risorse per provare ad osare di più.»

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