Hurrà Grigi

Quindicinale di calcio e non solo

ORA TORNIAMO AL CAMPIONATO

WP_20160229_001E’ sempre stato qualcosa di più di un semplice dubbio: quanti dei nostri “grigiotti” avrebbero pensato dieci volte prima di mettere la gamba in un contrasto, prima di affrontare un allungo o una rincorsa “spacca-muscoli”, prima di rischiare la botta in un contrasto con l’avversario? Il rischio, la paura, il terrore di subire un infortunio, magari banale ma tale da pregiudicare l’utilizzo nelle due “partite del secolo” all’Olimpico di Torino e al Meazza di Milano hanno fortemente condizionato pensieri, parole e opere in questo ultimo mese, provocando molte, troppe, omissioni. Può darsi che si sia trattato di comportamenti dettati dal subcosciente, non espressamente voluti, ma che non sia stato così mi è difficile crederlo. Comportamento che ci sta: chi non avrebbe dato un anno della propria vita per poter essere tra i protagonisti di quelle serate, viste in tivù da migliaia e migliaia di persone, celebrate dai giornali, entrate nella storia della società grigia. Chi di loro avrebbe rinunciato a cuor leggere a vivere un’emozione che tra dieci / venti / trent’anni potranno raccontare a figli e nipoti con gli occhi lucidi e il cuore in tumulto. Difficile credere che gladiatori capaci di mostrare i denti a mostri sacri come Balotelli, Bacca, Bonaventura e compagnia rossonera, si potessero trasformare in tremule educande nel confronto con i carneadi in maglia Pro Piacenza, Lumezzane, Cremonese o Feralpi… Ora, però, tutto è finito. Il 4 a 0 esterno di Meda deve essere il segnale di riavvio del nastro. Purtroppo, temo che il vantaggio messo assieme dal Cittadella non possa essere recuperato neppure facendo l’en-plein di qua alla fine, ma visto che una possibilità ancora resta, vediamo di sfruttarla: allungheremo la stagione, soffriremo ancora un po’, ma quest’anno la B non deve, non può sfuggire. E poi daremo modo ai fantastici tifosi grigi di andare ancora in giro per l’Italia a insegnare “Tifologia”, loro la laurea l’hanno ricevuta “honoris causa” a San Siro, davanti a una curva milanista che guardava a bocca aperta!

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